sabato 23 febbraio 2008

Vivere di maschere?



Come diceva Shakespeare - "La vita non è che un'ombra in cammino; un attore, che s'agita e che si pavoneggia per un'ora sul palcoscenico e del quale poi non si sa più nulla..."-, la vita è una grande commedia, in cui ognuno interpreta il suo ruolo, nel lavoro, nella società, nella famiglia.

Essere Uomo o Donna, dal medico al paziente, dal professore all'alunno, dal genitore al figlio... sono tante maschere che indossiamo ed in cui ci identifichiamo totalmente, perdendo la consapevolezza della nostra natura più profonda e vera: gioia, libertà e amore senza limiti.

Come diceva Platone - "Conosci te stesso" (come dicono i saggi dell'Oriente) "L'universo è come tu sei" -, soltanto quando ci liberiamo dalle maschere, quando smettiamo di identificarci in esse, potremo vivere la vita nella sua pienezza.

In questa commedia gli attori interpretano la propria vita e, insieme al regista,(Dio) preparano : "L'arte di vivere" che non riesce ad accettare l'età che avanza...il tempo... Ma pensateci sono proprio le maschere che creano i personaggi, non è vero? Senza di esse gli attori sarebbero dei poveri manichini, senza vita. È nel momento che calzano la maschera sul volto, è proprio allora che avviene la magia, la grande trasformazione alchemica! Perdono completamente la propria identità ed assumono un nuovo aspetto, nel corpo, nella mente e nello spirito.

Oggi le troppe maschere sono diventate il male della società, le stesse che portano poi all'ipocrisia, alla falsità. E' bene distinguere il mio significato diverso tra maschera e ruolo. Il ruolo che svolgiamo e diverso nel corso della giornata... Ma è la pura capacità di adattamento... Ora sono il fratello, il figlio, lo studente, l'amico ecc.. Sono contemporaneamente tutto ma il comportamento è diverso in base al "ruolo" che sono chiamato a svolgere, ma in tutti i ruoli sono me stesso, il mio essere interiore. La maschera invece ti porta a rappresentare, a svolgere quel ruolo fingendo, comportandoti in modo diverso al tuo essere, spesso per convenienza, utilizzando i modi imposti dalla società, forse più gratificanti a livello di immagine a costo di mettere in secondo piano la propria identità. E' davvero sottile la differenza che voglio dare ai due concetti, difficile da spiegare con le parole, ma spero che abbiate colto questa smagliatura.

E solo il tempo spingerà ognuno di noi a gettare la maschera, chi prima chi dopo, a strapparsela dal viso perché ormai insopportabile il suo peso da portare, il tempo si dice é galantuomo... il saggio, colui che già si è tolto la maschera e ci guida a venir fuori da questa grande illusione, dalla commedia della vita. Pensi che una volta compreso il gioco delle maschere, la vita sarà soltanto un grande divertimento! È proprio come quando si va al cinema. Se ci si immedesima nella storia che si vede e nei suoi personaggi, si soffre insieme a loro. Ma se rimaniamo consapevoli del fatto che è soltanto una 'finzione', una proiezione sullo schermo, allora anche un film tragico lo vedremo per quello che è e ne apprezzeremo l'interpretazione. Vedrai che la vita diventerà un 'grande gioco'.

Godetevela come spettatori questa vita, nella quale siete dei momenti protagonisti... ,altri comparse... ,soltanto comprendendo che é un grande e realistico film del quale Dio é il regista che ci fà recitare a getto, improvvisare quando e come vogliamo, soltanto allora comprenderemo l'Amore che ci ha dato, la massima espressione di libertà di agire, di essere, di essere la vita stessa...un giorno negli occhi di tutti perché tutti siamo legati da un lungo e sottile filo trasparente, magico, indivisibile la Vita stessa...
Ecco un altra similitudine (sapete quanto mi piace fare similitudini) che mi viene in mente scrivendo questa nottee che aggiungerò nelle citazioni...
LA VITA E' COME UN'ONDA DEL MARE CHE RITORNA NEL MARE
GOCCIA D'ACQUA CHE TOCCA L'OCEANO E OCEANO DIVENTA


Mi fermo qui.
Grazie, un abbraccio
Manuel

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